Fu uno dei più antichi e prosperi insediamenti della laguna, fino al declino conseguente alla predominanza della vicina Venezia e al mutare delle condizioni ambientali. Attualmente l’isola conta appena quindici residenti, ma l’inestimabile patrimonio archeologico che ancora conserva ne fa un luogo turistico molto frequentato.
Campagne archeologiche condotte all’inizio degli anni 1960 hanno dimostrato che a Torcello era presente un insediamento sin dai primi secoli dell’Impero Romano, nello stesso periodo in cui fioriva la vicina città di Altino.
L’isola formava, assieme alle vicine Mazzorbo, Burano, Ammiana e Costanziaco, la testa di ponte del commercio veneziano verso il Mar Adriatico e fu così fiorente, da avere migliaia di abitanti. Nell’XI secolo venne riedificata la cattedrale, affiancata dalla nuova chiesa di Santa Fosca, e fino al XIV secolo Torcello costituì il principale centro di lavorazione della lana nel Ducato di Venezia.
La città aveva una propria nobiltà ed era retta da due consigli, uno maggiore ed uno minore, affiancanti prima il gastaldo ducale e poi il podestà.
A partire dal XV secolo, però, la vicinanza alla città di Venezia, l’aria malsana conseguente all’impaludamento di questa zona della laguna e le continue pestilenze (durissime quelle del Trecento e del Cinquecento), provocarono un progressivo declino dell’isola; tanto che nel 1429 il doge Francesco Foscari era costretto ad ordinare al podestà di Torcello di far cessare la continua razzia di marmi e materiale lapideo, cui erano dediti gli abitanti di Venezia e Murano nella sua città . A seguito dell’inarrestabile declino, gli edifici andarono in rovina o furono smantellati per fornire laterizi e materiale da costruzione per lo sviluppo e Nonostante la scomparsa della città , la diocesi di Torcello, anche se trasferita a Murano, sopravvisse sino alla soppressione del 1818. Al contempo, la cattedrale diveniva semplice parrocchia, con giurisdizione anche su varie località della laguna nord.
Nel 1822, durante una visita pastorale, il patriarca Giovanni Ladislao Pyrker constatò lo stato di estrema decadenza dell’isola, sottoposta all’aria malsana e ad una diffusa povertà , che coinvolgeva anche il clero locale. All’epoca la popolazione era di 80 unità (“tutti vignaioli”), passata poi, secondo la visita pastorale di Jacopo Monico del 1829, a 120 unità . Gli abitanti diminuirono progressivamente nel corso del XX secolo (motivo per cui la parrocchia fu soppressa nel 1986) e attualmente vive nell’isola appena una ventina di persone.