La prima testimonianza sul Carnevale risale ad un documento del 1094 del Doge Falier, dove si parla di divertimenti pubblici e viene citata la parola " Carnevale ".
L'istituzione del Carnevale durante la Repubblica Serenissima è dovuta alla necessita di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
Attraverso l'anonimato garantito dalle maschere e dai costumi, si otteneva una sorta di livellamento di tutte le divisioni sociali ed era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell' aristocrazia. Tali concessioni erano largamente tollerate e considerate un provvidenziale sfogo alle tensioni e ai malumori che si creavano inevitabilmente all'interno della Repubblica di Venezia, che poneva rigidi limiti su questioni come la morale comune e l'ordine pubblico dei suoi cittadini.
I cittadini potevano celare totalmente la loro identità, annullando quindi ogni forma di appartenenza personale a classi sociali, sesso, o religione. Ognuno poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai nuovi costumi ed alle mutate sembianze.
Per questo motivo, il saluto che risuonava di continuo quando s'incrociava qualcuno era semplicemente " Buongiorno signora maschera".
La partecipazione gioiosa e in incognito a questo rito di travestimento collettivo era, ed è tuttora, l'essenza stessa del Carnevale.